Sono Chiara Farruggio, Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Relazionale. Da circa venti anni lavoro nella salute mentale. Mi sono occupata per tanto tempo di adolescenti e genitori lavorando all’interno delle scuole e di minori stranieri presso una comunità alloggio. Ho lavorato in un servizio sanitario pubblico dedicato alla cura dell’Alzheimer e dei disturbi cognitivi e attualmente esercito l’attività clinica presso una Comunità terapeutica assistita per disabili psichici. Mi sono occupata anche di formazione. La specializzazione in Psicoterapia Sistemico Relazionale e Familiare, completata nel 2008, mi ha permesso di aiutare le persone che vogliono raggiungere un benessere psicofisico.
l metodo sistemico-relazionale è una delle principali cornici teoriche in psicoterapia e si basa sull’idea che l’identità e il benessere della persona non siano mai solo “individuali”, ma profondamente influenzati dalle relazioni significative (famiglia, amici, partner, colleghi) e dai contesti in cui si è cresciuti o si vive.
Lo psicoterapeuta aiuta il giovane a spostare lo sguardo dal “che cosa non va in me” a “in quale rete di relazioni sono inserito?”.
Esempio: un giovane con bassa autostima non è “sbagliato”, ma forse è cresciuto in un contesto dove non si sentiva riconosciuto o libero di esprimersi. Strumento usato: Il genogramma, un albero genealogico emozionale che mette in luce dinamiche familiari, ruoli e pattern ricorrenti.
Spesso i giovani portano dentro di sé ruoli inconsapevoli appresi nel contesto familiare (“il bravo ragazzo”, “la salvatrice”, “quello che non deve deludere”). La terapia aiuta a vederli, nominarli e liberarli, favorendo scelte più autentiche. “Chi saresti se non dovessi più soddisfare le aspettative degli altri?”
La costruzione dell’autostima non avviene isolatamente, ma attraverso esperienze di riconoscimento.
Il terapeuta sistemico:
• Valorizza i punti di forza emergenti del paziente (non solo i sintomi).
• Incoraggia il giovane ad attivare reti di supporto positive.
• Aiuta a distinguere tra sé autentico e sé adattato.
Obiettivo: permettere al giovane di dire “mi sento sufficiente così come sono”, senza dover
continuamente dimostrare valore.
Oltre al dialogo, il terapeuta può usare:
• Metafore familiari o “sceneggiature” per descrivere dinamiche (es. “Che parte interpreti nel film della tua vita?”).
• Ristrutturazioni cognitive e relazionali (modificare il significato attribuito a certi eventi o ruoli).
• Compiti a casa: brevi esercizi relazionali da fare tra una seduta e l’altra (es. “prova a chiedere aiuto a qualcuno questa settimana”, o “scrivi una lettera al tuo io futuro”).
Con un lavoro costante, attraverso questo metodo, tu potrai:
• Comprendere meglio te stesso e il tuo contesto familiare.
• Riconoscere e valorizzare le tue risorse e capacità.
• Sviluppare una comunicazione più efficace e assertiva.
• Coltivare relazioni sane, non basate su dipendenza o approvazione esterna.
• Affrontare le sfide quotidiane con maggiore flessibilità, resilienza e fiducia.
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